Belgio on the road: 3 giorni alla scoperta delle Fiandre

I canali di bruges, nelle Fiandre

Per raccontarvi del nostro recente viaggio in Belgio, dobbiamo partire dall’inizio, dal momento esatto in cui ho deciso che avrei regalato ad Anto un viaggio…destinazione Bruxelles!

Senza combinare particolari pasticci trovo un volo, prenoto gli hotel e, dopo alcuni giorni in cui faccio davvero fatica a tenere per me questo segreto…arriva il momento di sputare il rospo!

Anto divora la guida del Belgio in pochi giorni tanta è la voglia di partire per il Nord.

Il giorno prima della partenza è (stranamente) tutto pronto: gli zaini sono chiusi, la batteria della macchina fotografica è carica e, come per ogni viaggio, l’adrenalina è a mille…finché non arriva una notifica sul telefono: il volo, 24 h prima della partenza, è stato cancellato! Penso a uno scherzo, ma così non è. Scopriamo, dopo alcune ricerche, che uno sciopero degli addetti ai bagagli all’aeroporto di Bruxelles ha comportato la cancellazione di centinaia di voli!

E adesso? Abbiamo 4 giorni di vacanza e tanta voglia di partire.  Di cambiare meta non se ne parla (abbiamo passato gli ultimi giorni a pianificar tutto nei minimi dettagli!).

La proposta di Anto mi lascia a bocca aperta: “Andiamoci in macchina!”

Il mio primo pensiero: “Questo è matto da legare!”

Il mio secondo pensiero: “Perchè no?!”

Il giorno dopo usciamo dal lavoro alle 17.30 e partiamo! Non possiamo perdere nemmeno un minuto…1.000 km ci separano dalla meta. Il programma iniziale è un po’ cambiato, decidiamo di che vedremo Bruxelles con calma un’altra volta e trasformiamo il nostro weekend in un piccolo viaggio on the road alla scoperta di alcune perle del Belgio: Bruges, Gent e Leuven.

Beviamo un caffè in Svizzera per rimanere svegli, dormiamo per qualche ora in Francia, a Strasburgo, il mattino seguente poco dopo l’alba ripartiamo, facciamo colazione in Lussemburgo e finalmente arriviamo in Belgio. Niente male, eh?

La colazione da Starbucks

Tappa 1

Bruges (Brugge in fiammingo) è una cittadina incantata, abbiamo passeggiato con il naso all’insù per seguire i profili a gradoni delle sue casette colorate e più volte chiuso gli occhi per immaginarci in una favola, cullati dal rumore degli zoccoli dei cavalli sulle strade lastricate.

Il Minnewater, il lago degli innamorati di Bruges in Belgio

I cavalli nella città di Bruges

Costeggiamo il Minnewater, il lago dell’amore (in effetti molto romantico!) per poi perderci nel silenzio del Begijnhof.

Le casette bianche nel begijnhof di Bruges

Qui, all’interno di ordinate casette bianche, vivevano un tempo vedove e donne nubili, il cui compito era quello di occuparsi dei malati.

Edifici lungo il Minnewater a Bruges

Percorriamo stradine colorate dove negozi che vendono cioccolato e waffles si alternano a vetrine dove sono esposti pizzi di ogni forma e dimensione.

Arriviamo al cuore della città, il Markt: circondata da edifici con facciata a capanna, questa piazza è una vera esplosione di colori e rumori.

Le casette colorate del Markt a Bruges

L’ imponente Belfort domina la pizza, centinaia di turisti sono in fila per cercare di raggiungerne la sommità. Scattiamo foto in ogni direzione e proseguiamo verso un’altra piazza, il Burg . Qui si affacciano la Heiling Bloed Basiliek, che ospita l’ampolla del Preziosissimo sangue e loStadhuis, il municipio, che consigliamo di visitare per la sala gotica che si trova al suo interno.

La sala gotica dello Stadhuis di Bruges

Da qui raggiungiamo facilmente il Vismarkt, il mercato del pesce, e la Huidenvettersplein, un tempo la piazza dei conciatori di pelli.

Costeggiando i canali, sui quali si specchiano alberi dai colori autunnali, arriviamo all’angolo più fotografato della città, il Rozenhoedkaai.

Se siete appassionati di pittura fiamminga non potete perdere il Groenige Museum, che ospita alcuni capolavori di Jan Van Eyck.

Tra le chiese più importanti visitiamo  la Onze Lieve Vrouwekerk, famosa perchè al suo interno è custodita la statua in marmo Madonna col bambino di Michelangelo, e St-Salvatorskathedral.

Porte rosse delle casette caratteristiche di Bruges nelle Fiandre

Come concludere una giornata che già ci sembra perfetta? E’ quasi buio, le strade pian piano si svuotano (molti sono i turisti che visitano in giornata la città e fanno ritorno a Bruxelles prima di sera), compaiono cavalletti e macchine fotografiche che cercano di immortalare una Bruges quasi deserta e illuminata dalla luce dei lampioni. Decidiamo di trascorrere la serata nel birrificio De Halve Maan, fondato nel 1856, dove sorseggiamo birra, scaldandoci con zuppa fumante e stufato! Infreddoliti ma felici torniamo nel nostro albergo speciale, di cui per ora non vogliamo svelare nulla…

(Per maggiori informazioni sulla nostra giornata a Bruges, cliccate qui)

Tappa 2

Gent (Gand in fiammingo), decisamente più grande di Bruges, è una città tutta da scoprire!

La prima immagine che ci viene in mente è quella delle centinaia di biciclette che sfrecciano per la città in ogni direzione. Decidiamo che questa volta, anche visto il freddo pungente, è meglio passeggiare…

Parcheggio di biciclette a Gent, nelle Fiandre

La visita comincia dalla Sint-Baafskathedraal, imponente cattedrale gotica che ospita al suo interno il capolavoro dell’ arte fiamminga Adorazione dell’ Agnello mistico di Jan Van Eyck. Proseguiamo in direzione della Belfort, un tempo simbolo di potere e prosperità.

La belfort di Gent, nelle Fiandre

Il City Pavilion, impossibile da non notare, dimostra come passato e presente possano convivere armoniosamente. Superiamo lo Stadhuis della città, per raggiungere Werrengarenstraat, la strada dei graffiti, che, onestamente, ci delude un po’!

Non si può dire lo stesso della Sint-Niklaaskerk, la chiesa più antica della città, risalente al secolo XIII.

La chiesa sembra idealmente separata in due zone distinte dalla torre centrale. Un coro ci accoglie con una melodia dolcissima, chiudiamo gli occhi e ci gustiamo il momento. L’altra metà della chiesa ospita un piccolo mercativo vintage. Ci aggiriamo tra le bancarelle: Antonio alla ricerca di vecchie monete, io a caccia di fotografie in bianco e nero fino a quando…un tuffo al cuore: vedo tra mille cianfrusaglie un vecchissimo passaporto (riporta la data 1929) e decido che deve essere mio.

Il ponte Sint Michielsbrug sul fiume Lys è il punto perfetto dove scattare foto da cartolina: ovunque ci giriamo vediamo casette a gradoni colorate, barche e centinaia di turisti fanno da sfondo ai nostri sorrisi. Anche questa città ci ha conquistati!

I canali nella città di Gent

La vicina Sint-Michielskerk è chiusa, decidiamo di consolarci con un bel cono di patatine fritte e la salsa tipica della città, la senape.

Ci troviamo nel cuore pulsante della città, nell’area di Graslei e Korenlei, che divenne, a partire dal XII secolo, il porto di Gent, grazie ai commerci che qui si svolgevano. La zona è piuttosto affollata: studenti con i loro libri, anziani a passeggio, turisti che cercano di immortalare un susseguirsi di casette colorate e un gran viavai di barchette.

Facciamo una veloce deviazione al Het Groot Vleeshuis, un edificio facilmente riconoscibile all’interno per i prosciutti appesi al soffitto di legno, in epoca medievale il luogo dove le carni venivano vendute.

Proseguiamo per il Graveensteen, il castello dei conti, risalente al 1180 d.C.: circondato da un fossato e da alte mura, questa fortezza sorge su una collinetta. Vedere il panorama dall’alto dei camminamenti è molto suggestivo.

Il castello dei conti di Gent al tramonto

Meno turistico, ma non questo meno bello, è il quartiere di Patershol: ristorantini e piccoli, adorabili negozi si alternano lungo le vie acciottolate e rendono incantevole questa parte meno esplorata di Gent.

Il quartiere di Patershol a Gent

Concludiamo la visita al Vrijdagmarkt: su questa piazza, un tempo popolarissima per le esecuzioni che vi si svolgevano, sorge Toreken, un edificio tipicamente medievale del XV, caratterizzato da una torre circolare.

La serata comincia da Trollekelder, uno dei più famosi locali della città per bere birra di ottima qualità. Qui non si cena, qui si beve e, a stomaco vuoto, l’effetto dell’ alcool non tarda a farsi sentire. Un po’ brilli usciamo e cerchiamo un locale dove cenare.  Antonio, che da un’ ora continua a dirmi quanto vorrebbe un hamburger di carne, entra in un locale decisamente carino e va diritto alla cassa per ordinare un bbq burger…senza accorgersi che si trova in un locale vegano e di carne non vedrà nemmeno l’ombra!

Tappa 3

Ed eccoci alla terza e ultima tappa del nostro viaggio, Leuven.

La prima cosa che colpisce, arrivando in centro, nella Grote Markt, è sicuramente lo Stadhuis, il municipio, sulla cui facciata ci sono numerosissime nicchie che ospitano statue di personaggi storici (oltre 200!).

Il meraviglioso edificio Stadhuis di Leuven

Davvero non si può rimanere indifferenti davanti a tanta bellezza. All’interno della St-Pieterskerk ci dividiamo, ognuno a bocca aperta per un motivo diverso: io cerco l’angolo perfetto da cui fotografare il pulpito in legno più bello mai visto, Antonio rimane in contemplazione di alcuni dipinti fiamminghi.

Sint Pieterskerk a Leuven

Da qui si arriva facilmente alla piazza Oude Markt, un susseguirsi di caffetterie e locali, dove trovare cioccolata calda e waffles croccanti per fare merenda! E’ questo il vero punto di ritrovo dei giovani universitari che abitano in questa città.

Nella piazza Ladeuzplein si trova l’ Università di Leuven, la più antica del Paese.

Università di Leuven

 

Durante la Prima e in seguito la Seconda Guerra Mondiale venne saccheggiata, insieme a molti altri edifici storici, dalle truppe tedesche, che distrussero migliaia di libri di valore inestimabile. Non tardò a farsi sentire la risposta del mondo intero: in gran parte grazie all’intervento americano  vennero trovati i fondi per la sua ricostruzione e ancora oggi la sua biblioteca è un simbolo di rinascita.

Ma il momento più bello del nostro viaggio deve ancora arrivare: nel silenzio più assoluto entriamo in una città all’interno della città di Leuven, il Groot Begijnhof, proclamato nel 1998 dall’ UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

Il begijnhof di Leuven

Bastano pochi passi per essere catapultati indietro nel tempo. Passeggiamo lungo stradine fiancheggiate da edifici in mattoni rossi, qualche bicicletta abbandonata al muro, il rumore dell’acqua dei canali che scorre, foglie di vite ingiallite dall’autunno. Quel che un tempo era la casa delle beghine è ora il luogo tranquillo dove alloggiano professori e studenti universitari.

Scorcio del begijnhof di Leuven

E’ di sicuro un posto che porteremo nel cuore per la sensazione di pace che ci ha regalato.

(Per maggiori informazioni sulla nostra giornata a Leuven, cliccate qui)

Qualche piccolo acquisto…

Per prolungare la magia di questo viaggio, abbiamo pensato di portarci a casa alcuni prodotti tipici (viaggiare in macchina e avere un bagagliaio da riempire può essere un gran vantaggio!).

Cosa abbiamo acquistato?

  • non si può lasciare il Belgio senza una adeguata scorta di birra: abbiamo optato per la Brogse Zot e la Straffe Hendrik, consigliateci a Bruges.
  • ai dolci non rinunciamo per nulla al mondo: compriamo cioccolatini di ogni forma e gusto, quintali dei famosi biscotti speculoos (biscottini speziati allo zenzero e cannella) e i famosi cuberdon di Gent.

Negozi di cioccolato a Bruges

  • in Belgio, nel periodo autunnale, si respira già atmosfera natalizia: nella cittadina di Bruges abbondano i negozi che vendono piccoli manufatti di pizzo, tra i quali le decorazioni per gli alberi di Natale. Come resistere?
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Causa rellena peruviana

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2 commenti

  1. Che coraggio e…. che meraviglia di viaggio! Viene voglia di partire subito per visitare questi posti splendidi, ricchi di storia e di cultura. Con questi bei viaggi, ci fate sognare??

    1. Grazie per le tue parole! Più che coraggio la chiamerei testardaggine…non sia mai che per uno sciopero rimaniamo a casa!!! Il Belgio e’ un paese tutto da scoprire!

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